Pankreas Klinik Schweiz

Cause, trattamento e
le conse­guenze di
infiamma­zione acuta

La pancreatite acuta è un'infiammazione acuta del pancreas. Genera un danno delle cellule pancreatiche che ne limita la funzione temporaneamente. In base alla severità del danno la pancreatite acuta può anche generare la morte delle cellule pancreatiche il che potrebbe generare la produzione di sostanze altamente tossiche per l’organismo che a sua volta può causare uno stato morboso critico. In caso di forme severe si potrebbe instaurare un quadro di insufficienza multiorgano. Si differenziano due forme di pancreatite acuta: Pancreatite acuta edematosa e ancreatite acuta necrotica.

All’insorgenza della malattia è impossibile diagnosticare quale delle due forme caratterizzerà il corso della malattia. Quindi il paziente con pancreatite acute necessita di una terapia intensiva in stadio precoce.

Normales Pankreas 1500x1070

Pancreas normale

Quali sono le cause della pancreatite acuta?

Diverse sono le cause che possono causare la pancreatite acuta. Comunque in Europa la presenza di litiasi della colecisti e l’eccessivo consumo di alcool sono responsabili di circa il 90% dei casi. I metaboliti dell’alcool possono danneggiare direttamente il tessuto pancreatico. Se un calcolo migra dalla colecisti nel dotto biliare principale può intasare il dotto pancreatico (che si unisce al dotto biliare prima di sboccare nel duodeno) e ciò può generare una pancreatite acuta. In aggiunta a queste cause comuni vi sono numerose altre cause rare che includono infezioni, diversi farmaci, difetti congeniti del dotto pancreatico.

Inoltre bisogna ricordare che in un piccolo numero di casi non è possibile stabilire le cause della pancreatite acuta che viene definita idiopatica.

1. Pancreatite acuta edematosa

Rappresenta la forma attenuata della malattia e circa l’85% dei pazienti con pancreatite acuta rientrano in questo gruppo. Genera un danno transitorio del pancreas e non coinvolge in genere gli organi circostanti. In molti casi il paziente guarisce completamente dalla infiammazione e non ci sono esiti a distanza.

Akute Oedematoese Pankreatitis 1500x1070

1. Pancreatite acuta

Le aree colorate di viola mostrano il gonfiore e l'edema nel pancreas e intorno ad esso.

2. Pancreatite acuta necrotica

Rappresenta circa il 15% di tutti i casi di pancreatite acuta. Vi è un improvvisa distruzione del parenchima pancreatico. In aggiunta la contemporanea compromissione del fegato e della funzionalità polmonare mette in serio rischio la vita del paziente. Come conseguenza della malattia la funzione del pancreas può essere permanentemente danneggiata generando diabete e maldigestione. La perdita della funzione pancreatica è direttamente proporzionale al grado di distruzione pancreatica. Il tessuto pancreatico devitalizzato può generare la presenza di complicanze come pseudocisti e ascessi. Queste complicanze richiedono spesso l’intervento chirurgico.

Nekrotisierende Pankreatitis 1500x1070

2. Pancreatite acuta necrotica

Grave pancreatite acuta necrotica dopo ERCP e posizionamento di stent nel dotto biliare: zone di necrosi nel pancreas ed estese intorno al pancreas con sanguinamento (aree colorate in viola).

Quali sono i sintomi della pancreatite acuta?

  • Inizio improvviso
  • Dolore acuto in corrispondenza dell’addome superiore spesso irradiato alla schiena
  • Nausea, vomito e senso di gonfiore
  • Febbre

Terapia della pancreatite acuta

La terapia della pancreatite acuta è guidata dal sintomo del paziente e varia in base alla gravità della malattia (moderata o severa). In linea generale i pazienti affetti da pancreatite acuta devono essere seguiti e monitorizzati in regime ospedaliero. Il paziente potrà essere tenuto a digiuno per un certo periodo di tempo per permettere al pancreas di recuperare la sua funzione. E’ necessario somministrare liquidi endovena e farmaci contro il dolore. Bisogna monitorizzare attentamente la funzionalità respiratoria, il sistema circolatorio e la funzionalità renale. Nel caso si tratti di forme severe può essere richiesto il ricovero in una unità di cure intensive.

Quali casi bisogna operare?

Uno su tre pazienti con pancreatite acuta ha bisogno di intervento chirurgico. La terapia chirurgica è necessaria se le condizioni del paziente peggiorano o se ci si trova di fronte a raccolte infette o emorragiche del pancreas necrotico. Si apre l’addome con una incisione mediana longitudinale per rimuovere la parte di pancreas ormai non più vitale e per prevenire ulteriori infezioni. In alcuni casi il paziente può restare ricoverato in ospedale per molte settimane.

Se da un lato bisogna trattare il sintomo è necessario anche individuare la causa che ha generato la pancreatite acuta. Se i calcoli nel dotto biliare principale sono la causa allora dovrà essere eseguita una colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP) con rimozione degli stessi. Il fine è di ripristinare il flusso di bile e di secrezione pancreatica verso il duodeno. Non appena il paziente ha superato la fase critica la colecisti deve essere rimossa chirurgicamente. Nella maggior parte dei casi questo può essere fatto mediante la chirurgia laparoscopica (che utilizza piccole incisioni chirurgiche).

Nei casi di pancreatite acuta è bene escludere anche la possibilità di un abuso di alcool da parte del paziente. In caso di genesi alcolica non è detto che il paziente abbia ecceduto nel consumo. Infatti, alcuni pazienti hanno una aumentata sensibilità all’alcool e possono sviluppare una pancreatite acuta pur non avendo abusato di alcool. In aggiunta soggetti che consumano molto alcool possono non sviluppare mai una pancreatite acuta. In ogni caso la sospensione dell’alcool è uno dei presidi fondamentali nella terapia della malattia e per la prevenzione di ulteriori attacchi.

Effetti a lungo termine della pancreatite acuta

I seguenti problemi possono seguire a un danno acuto del pancreas:

1. Formazione di pseudocisti

A causa del danno alla cellule pancreatiche è possibile che si verifichi una lesione del dotto pancreatico con fuoriuscita di succo pancreatico e sangue intorno al pancreas. Queste raccolte possono crearsi o all’interno del pancreas o nelle prossimità dell’organo e prendono il nome di pseudocisti. Spesso scompaiono senza alcuna terapia ma se dovessero ingrandirsi a dismisura potrebbero compromettere gli organi circostanti e generare nausea, vomito, dolore e perdita di peso. Inoltre il rischio che si possano rompere in cavità addominale è alto per cui quelle pseudocisti che generano sintomi devono essere trattate chirurgicamente ovvero creando una comunicazione tra la pseudocisti e l’intestino in modo che si possa svuotare il suo contenuto. In alcuni casi è possibile anche il drenaggio per via endoscopica.

2. Ascessi pancreatici

In alcuni casi, in seguito alla infiammazione acuta del pancreas la presenza di materiale purulento a livello del pancreas può generare febbre con brivido. Spesso è possibile drenare l’ascesso mediante puntura con evacuazione dello stesso sotto guida sia ecografia che TC. Se questo non è possibile bisogna intervenire chirurgicamente. Inoltre sarà necessaria una terapia antibiotica.

Una parte del mio pancreas è stato resecato – Cosa può succedere?

I pazienti che sono stati sottoposti ad intervento chirurgico che ha comportato una resezione parziale o completa del pancreas presentano una ridotta funzionalità dell’organo che sarà direttamente proporzionale alla quantità di organo asportata. Si possono verificare le seguenti condizioni:

  • Riduzione della produzione di secrezione pancretica (malassorbimento alimentare)
  • Ridotta produzione di insulina (alti livelli di zucchero nel sangue)

Queste carenze possono essere trattate con terapia medica appropriata.

Terapia sostitutiva con enzimi pancreatici

Al giorno d’oggi la presenza di farmaci che sostituiscono gli enzimi prodotti dal pancreas ci permette di trattare questa carenza. Essi vanno assunti dal paziente dopo ogni pasto e la dose corretta va aggiustata da paziente a paziente in base anche al tipo di cibo ingerito. I pazienti con insufficienza pancreatica possono soffrire di sensazione di gonfiore associata a diarrea con eccesso di sostanze grasse nelle feci. Gli enzimi per essere efficaci devono essere in diretto contatto con il cibo che viene ingerito. Di solito questi farmaci non hanno grossi effetti collaterali e solo in rari casi sono state descritte reazioni allergiche.

Terapia con insulina

Se in seguito ad una malattia del pancreas o dopo rimozione di parte o in toto della ghiandola stessa il paziente lamenta valori alti di zucchero nel sangue questi richiedono una terapia medica. Se i livelli di zucchero non sono molto alti il solo controllo dell’alimentazione può in alcuni casi essere sufficiente ma nei casi di valori molto alti di glicemia si deve intervenire con una adeguata terapia con insulina. Essa, somministrata sotto cute, è capace di riportare i valori di zucchero nel sangue nella norma. La dose da assumere deve essere proporzionale ai livelli di zucchero nel sangue e il tipo di insulina da assumere o la dose da somministrare deve essere testata sotto stretto controllo medico.

La mia milza è stata asportata - Cosa può succedere?

In alcuni casi nel corso di un intervento sul pancreas bisogna asportare la milza. E’ possibile vivere bene anche senza la milza. Essa rappresenta un supporto per il sistema immunitario. I pazienti a cui viene asportata la milza possono essere più suscettibili a certe infezioni batteriche alcune delle quali possono essere anche gravi.

Per proteggere il paziente senza milza da queste infezioni bisogna sottoporlo a vaccinazione specifica contro le infezioni da pneumococco. La stessa dovrebbe essere ripetuta nel corso degli anni, in genere dopo circa 3-5 anni. Se il paziente senza milza dovesse avvertire febbre o un’infezione persistente bisogna consultare subito il proprio medico curante il quale potrà decidere se instaurare o meno una terapia antibiotica.

Rimuovere la milza può anche generare un aumento di piastrine nel sangue. E’ importante monitorizzare il livello di queste nel sangue perché un livello troppo alto potrebbe avere delle conseguenze gravi per il paziente (es. trombosi). In caso di necessità il medico somministrerà un farmaco per ridurre tale rischio.